Questa è la mia ricetta per migliorare la scuola.
Obiettivo.
Mi porrei come obiettivo che i ragazzi finite le scuole superiori sapessero almeno le nozioni di storia, di geografia, di matematica, di letteratura ecc. che attualmente s'imparano nelle scuole medie inferiori. Considerando la dilagante ignoranza degli studenti (sia di quelli bravi che degli asini), la scuola sta fallendo nel raggiungimento dell'obiettivo primario di trasmissione della conoscenza. E per giustificare questo totale fallimento la scuola ha escogitato di ricorrere al concetto della "forma mentis". Cioè non è importante sapere ma è importante essersi formati una forma mentis, avere acquisito il metodo. Che idiozia! Si va a scuola per 13 anni, si dedicano alla scuola (compresi i compiti) decine di migliaia di ore, per formarsi la forma mentis? O per aver acquisito un metodo? (anche giocando a scacchi o facendo i cruciverba si acquisisce un meotodo). La verità è che se si finiscono gli studi superiori senza nemmeno sapere le cose che s'imparano alle scuole medie inferiori, per quanto mi riguarda la scuola non può essere considerata una cosa seria ma una colossale pagliacciata purtroppo utile solo per poter fare l'università (e lasciamo stare il discorso università) o per avere un diploma riconosciuto sulla carta spendibile nel mondo del lavoro.
Cosa s'impara oggi dopo 13 anni di scuola? A scrivere (il minimo ovviamente, la maggior parte delle persone fa errori imbarazzanti), leggere (pratica utilizzata essenzialmente per i menù dei ristoranti, per le etichette degli ascensori quando lo si prende in compagnia, per i titoli dei giornali e per gli articoli di gossip). Qualcuno impara un po' di matematica, di ragioneria (insomma un po' di linguaggi tecnici). Ma solo una minoranza di studenti impara i linguaggi tecnici ed infatti sono talmente rari che spesso sono chiamati geni. Qualcun altro impara a giocare con le versioni di latino e greco per acquisire il famoso metodo. Infine un po' tutti acquisiscono una serie di nozioni (direi più che altro di sensazioni) sparse e vaghe. Pardon, si acquisisce anche la forma mentis. Chi avesse acquisito veramente la forma mentis si considererebbe una merda di persona per il fatto che dopo 13 anni di scuola, dopo 13 anni di studio, rimane in sostanza un emerito ignorante.
Quindi cosa farei:
1. ridurrei drasticamente le ore di scuola. Se proprio bisogna andare tutte quelle ore a scuola per far stare insieme tra di loro i ragazzi e per dar da mangiare ai professori, allora aumenterei le passeggiate, le gite, i giochi, i laboratori, la visione di film, ecc. ecc.
2. farei studiare storia, geografia, letteratura ecc. dalle scuole superiori verso i 15-16 anni con i libri che oggi si usano per le scuole medie inferiori.
3. fino a 15-16 anni insegnerei solo cose tecniche come scrivere, leggere, la grammatica, la matematica, le lingue. Insegnerei queste cose fino a quando le imparano veramente. Come scritto al punto 2, non insegnerei quelle materie ma dedicherei tanto tempo per trasmettere l'esigenza di sapere la storia o la geografia e così via. Anche se sono sicuro che se la scuola non massacrasse i ragazzi sin da quando hanno 8 anni, tutti avrebbero l'interesse nei confroni della storia o della geografia. Come si fa a non essere interessati a sapere come si vive in Giappone o che si faceva 500 anni fa? E se non lo si è non ci dovrebbe volere molto a suscitare questo interesse. Invece la scuola massacra qualunque interesse invece di suscitarlo.
4. ridurrei drasticamente i compiti per lasciare i ragazzi più liberi di instaurare rapporti nella comunità in cui vivono senza lo stress dei compiti.
5. rispetterei il diritto al riposo del week-end eliminando i compiti il sabato e la domenica.
Conclusioni.
Studiare la storia, la geografia, la letteratua, l'arte, la filosofia, voler imparare a conoscere gli strumenti con cui i ragionieri predispongono i bilanci o le fabbriche producono pezzi, sono cose talmente belle ed entusiasmanti che spero davvero che un mio futuro figlio sarà quel pochino sensibile ed intelligente da dovermi evitare di usare la terribile espressione: prima fai i compiti e poi fai quello che ti pare. (mi piangerebbe il cuore impedirgli di fargli fare quello che gli pare) La verità è che spesso genitori ed insegnanti sono i primi a cui non gliene frega niente della storia, della geografia, della letteratura ecc. e quindi viene loro difficile convincere un ragazzo (che in genere è pieno di vita) a studiare solo perché un giorno potrà avere un titolo. Se un insegnante invece ama la sua materia, è felice di sapere le cose che sa e quindi difficilmente un ragazzo rimane insensibile, perché il ragazzo vede che la persona di fronte a lui sta bene e quindi anche lui vorrebbe stare bene.
martedì 16 ottobre 2007
mercoledì 10 ottobre 2007
Il piacere di essere informati
Aumentare gli spazi di informazione e di conoscenza è uno degli obiettivi fondamentali che ci proponiamo di raggiungere con il Tarlo. Siamo convinti che l'informazione sia uno strumento fondamentale per colmare il divario tra le nostre coscienze e la realtà. Solo colmando questo divario le nostre coscienze possono uscire dalla vaghezza e difendersi dalla propaganda.
Provo a spiegare il pensiero appena enunciato in modo più diretto.
Ritengo sia molto triste vedere telegiornali o leggere i giornali, e venire impallinati da tante notizie perché non si ha un background culturale (che si forma anche sulla base delle informazioni, della conoscenza dei fatti) sufficiente a far sì che quelle notizie siano filtrate dalla nostra coscienza.
Ed infatti, a parer mio ancor più importante dell'obiettivo di fare informazione, è quello di stimolare l'esigenza, il desiderio, il piacere di essere informati. Più siamo informati e meno veniamo impallinati dai media, dalle chiacchiere da bar, dall'amico che ne sa sempre di più. A furia di venire impallinati si rischia anche di rincoglionirsi.
Inoltre bisogna sapere che l'essere umano si trova a proprio agio con se stesso e con gli altri nel momento in cui riesce a parlare delle cose con cognizione di causa, cioè è appagato perché parla di qualcosa che conosce.
Perché alle persone piace parlare di calcio o di soap opere o di reality? Perché sono informate, perché sentono di poterne parlare con cognizione di causa.
Quindi se c'informassimo anche sulle vicende di politica interna e politica estera, su come e perché a livello locale si prendono certe decisioni, sul perché si fanno le manovre finanziarie o sul perché la borsa scende e sale, col passar del tempo ci sentiremmo da un punto di vista sociale più consapevoli e da un punto di vista umano meno rincoglioniti e più appagati, cioè più sereni e direi addirittura più felici.
Venerdì 12 ottobre in Piazza Castello alle 18.00 il Tarlo organizza un pubblico dibattito sulla questione nuove autorizzazioni per ricerca ed estrazioni petrolifere in Basilicata.
http://iltarlo.wordpress.com/
Provo a spiegare il pensiero appena enunciato in modo più diretto.
Ritengo sia molto triste vedere telegiornali o leggere i giornali, e venire impallinati da tante notizie perché non si ha un background culturale (che si forma anche sulla base delle informazioni, della conoscenza dei fatti) sufficiente a far sì che quelle notizie siano filtrate dalla nostra coscienza.
Ed infatti, a parer mio ancor più importante dell'obiettivo di fare informazione, è quello di stimolare l'esigenza, il desiderio, il piacere di essere informati. Più siamo informati e meno veniamo impallinati dai media, dalle chiacchiere da bar, dall'amico che ne sa sempre di più. A furia di venire impallinati si rischia anche di rincoglionirsi.
Inoltre bisogna sapere che l'essere umano si trova a proprio agio con se stesso e con gli altri nel momento in cui riesce a parlare delle cose con cognizione di causa, cioè è appagato perché parla di qualcosa che conosce.
Perché alle persone piace parlare di calcio o di soap opere o di reality? Perché sono informate, perché sentono di poterne parlare con cognizione di causa.
Quindi se c'informassimo anche sulle vicende di politica interna e politica estera, su come e perché a livello locale si prendono certe decisioni, sul perché si fanno le manovre finanziarie o sul perché la borsa scende e sale, col passar del tempo ci sentiremmo da un punto di vista sociale più consapevoli e da un punto di vista umano meno rincoglioniti e più appagati, cioè più sereni e direi addirittura più felici.
Venerdì 12 ottobre in Piazza Castello alle 18.00 il Tarlo organizza un pubblico dibattito sulla questione nuove autorizzazioni per ricerca ed estrazioni petrolifere in Basilicata.
http://iltarlo.wordpress.com/
mercoledì 3 ottobre 2007
In famiglia siamo pochi
( riporto su Diario Venosino questo post "politico" che ho proposto un po' di tempo fa sul mio blog eyeswideopen.splinder.com )
Questa volta ha vinto Tiziano. I Baustelle hanno effettivamente un debito nei confronti dei Virginiana Miller. Soffro quando devo ammettere di avere torto, però mentre ascoltavo un brano dei Virginiana Miller ho pensato che fosse un pezzo dei Baustelle che non conoscevo, quindi direi che trattasi di prova inconfutabile.
Continuo a pensare a chi ha ragione e a chi ha torto, a chi vince e a chi perde, e nel frattempo prendo il tagliando dal distributore del casello autostradale, ingrano la marcia e mi viene in mente che sin da quando ero ragazzino mi sarebbe piaciuto vincere le elezioni del paese (con la p minuscola) e fare l’assessore alla cultura. In effetti, se mi candidassi vincerei sicuramente perché non c’è nessun motivo per cui le persone non dovrebbero votarmi. Tanto per cominciare in famiglia siamo pochi e quei pochi lavoriamo tutti, quindi non avrei nessuno da sistemare. Poi in paese non mi conosce nessuno e quindi nessuno mi chiederebbe favori. E anch’io non conosco nessuno e quindi non avrei nessuno a cui fare favori. Inoltre eviterei che attorno mi si formasse un branco di seguaci-lecchini, primo perché non mi piacerebbe fare il capo-branco, secondo perché capo-branco e branco saremmo costretti ad esibirci in piazza formando i consueti capannelli e la cosa a me risulterebbe alquanto anti-estetica. Insomma, perché non dovrei essere votato visto che con un bel team, farei respirare aria di arte e di cultura anche nei cessi pubblici?
Troppo forte il brano dei Tre allegri ragazzi morti, ma lo devo interrompere perché ho bisogno di una sosta. I miei amici mi hanno detto che la devo smettere di comprare Cd musicali negli Autogrill, ma che ci posso fare, non è colpa mia se gli uomini del marketing prendono me come prototipo del consumatore deficiente. Scccc. L’ho beccata. E’ la terza ragazza oggi che mi guarda, secondo me, con un certo interesse (al posto di certo metterei minimo). La prima alla fermata dell’autobus, la seconda in libreria. Ed ora la terza. In realtà la tipa della libreria ha ricambiato un mio sguardo furtivo. Ma io lo so che in libreria sono forte. Il pallore del viso e lo sguardo acuto rivelano subito la mia natura intellettuale. Se fossimo stati in un film italiano, dopo uno scambio di sguardi furtivi, ci sarebbe stato uno stacco e quindi a letto insieme. Siccome a me i film italiani non piacciono, lo stacco c’è, ma mi ritrovo solo in macchina con un altro CD però. Non l’ho comprato in Autogrill, maligni, si tratta forse dell’album più bello di sempre: Velvet Underground & Nico. Mentre lo ascolto mi riviene in mente la storia dell’assessorato alla cultura. Quando vogliamo organizzare qualche iniziativa culturale, io e i miei amici ci poniamo sempre il problema che dovremmo chiedere i soldi al comune. Se fossi invece già al comune in qualità di assessore, i soldi a chi li chiederei? Certo non ai cittadini perché mi sembra paradossale, per non dire surreale, che quando sono cittadino li chiedo al comune e quando sono al comune li chiedo ai cittadini. Potrei chiederli al Ministero, e il Ministero a chi li chiede? All’Unione Europea? E l’Unione Europea agli Stati Uniti? Secondo me Berlusconi odia Bush perché pensa tra sé e sé, "questo vale diecimila volte meno di me e fa il presidente degli Stati Uniti. Io che valgo diecimila volte più di lui non posso fare nemmeno il Presidente in Italia per colpa di coglioni come questo che sta scrivendo in questo ridicolo blog".
Dopo i Velvet Underground a tenermi compagnia è il fantastico London Calling dei Clash. E’ incredibile l’energia che ti trasmettono queste canzoni, è incredibile come il piede sull’acceleratore va per conto suo, è incredibile il culo che mi fa la polizia se mi ferma. No, non devo preoccuparmi, perché c’è un patto universale appena inventato da me, tra gli automobilisti e i poliziotti, secondo il quale ascoltando i Clash si può superare il limite di velocità di una decina di chilometri orari.
Insomma io mi ci vedrei bene al Comune a proporre iniziative e vedermele bocciate per mancanza di fondi: è una bella iniziativa ma non si può fare. Un po’ come è intelligente ma non si applica. E allora proporrei iniziative più economiche proprio come quella di vietare a professori e maestri l’espressione: è intelligente ma non si applica. Con tanto di miglioramento della qualità della vita.
Casello, un altro breve pezzo di strada questa volta con la musica di Leonard Cohen. (Leo, lo sai vero, che Dance me to the end of love me la devi cantare almeno due volte? ). Bagagli in camera. Scrivo questo post prima che me lo dimentico e mi metto sereno a letto. La dieta e la vita mi stanno facendo bene. Sono felice. E siccome non bisogna mai dare per scontato di essere felici, sono anche felice di essere felice.
Questa volta ha vinto Tiziano. I Baustelle hanno effettivamente un debito nei confronti dei Virginiana Miller. Soffro quando devo ammettere di avere torto, però mentre ascoltavo un brano dei Virginiana Miller ho pensato che fosse un pezzo dei Baustelle che non conoscevo, quindi direi che trattasi di prova inconfutabile.
Continuo a pensare a chi ha ragione e a chi ha torto, a chi vince e a chi perde, e nel frattempo prendo il tagliando dal distributore del casello autostradale, ingrano la marcia e mi viene in mente che sin da quando ero ragazzino mi sarebbe piaciuto vincere le elezioni del paese (con la p minuscola) e fare l’assessore alla cultura. In effetti, se mi candidassi vincerei sicuramente perché non c’è nessun motivo per cui le persone non dovrebbero votarmi. Tanto per cominciare in famiglia siamo pochi e quei pochi lavoriamo tutti, quindi non avrei nessuno da sistemare. Poi in paese non mi conosce nessuno e quindi nessuno mi chiederebbe favori. E anch’io non conosco nessuno e quindi non avrei nessuno a cui fare favori. Inoltre eviterei che attorno mi si formasse un branco di seguaci-lecchini, primo perché non mi piacerebbe fare il capo-branco, secondo perché capo-branco e branco saremmo costretti ad esibirci in piazza formando i consueti capannelli e la cosa a me risulterebbe alquanto anti-estetica. Insomma, perché non dovrei essere votato visto che con un bel team, farei respirare aria di arte e di cultura anche nei cessi pubblici?
Troppo forte il brano dei Tre allegri ragazzi morti, ma lo devo interrompere perché ho bisogno di una sosta. I miei amici mi hanno detto che la devo smettere di comprare Cd musicali negli Autogrill, ma che ci posso fare, non è colpa mia se gli uomini del marketing prendono me come prototipo del consumatore deficiente. Scccc. L’ho beccata. E’ la terza ragazza oggi che mi guarda, secondo me, con un certo interesse (al posto di certo metterei minimo). La prima alla fermata dell’autobus, la seconda in libreria. Ed ora la terza. In realtà la tipa della libreria ha ricambiato un mio sguardo furtivo. Ma io lo so che in libreria sono forte. Il pallore del viso e lo sguardo acuto rivelano subito la mia natura intellettuale. Se fossimo stati in un film italiano, dopo uno scambio di sguardi furtivi, ci sarebbe stato uno stacco e quindi a letto insieme. Siccome a me i film italiani non piacciono, lo stacco c’è, ma mi ritrovo solo in macchina con un altro CD però. Non l’ho comprato in Autogrill, maligni, si tratta forse dell’album più bello di sempre: Velvet Underground & Nico. Mentre lo ascolto mi riviene in mente la storia dell’assessorato alla cultura. Quando vogliamo organizzare qualche iniziativa culturale, io e i miei amici ci poniamo sempre il problema che dovremmo chiedere i soldi al comune. Se fossi invece già al comune in qualità di assessore, i soldi a chi li chiederei? Certo non ai cittadini perché mi sembra paradossale, per non dire surreale, che quando sono cittadino li chiedo al comune e quando sono al comune li chiedo ai cittadini. Potrei chiederli al Ministero, e il Ministero a chi li chiede? All’Unione Europea? E l’Unione Europea agli Stati Uniti? Secondo me Berlusconi odia Bush perché pensa tra sé e sé, "questo vale diecimila volte meno di me e fa il presidente degli Stati Uniti. Io che valgo diecimila volte più di lui non posso fare nemmeno il Presidente in Italia per colpa di coglioni come questo che sta scrivendo in questo ridicolo blog".
Dopo i Velvet Underground a tenermi compagnia è il fantastico London Calling dei Clash. E’ incredibile l’energia che ti trasmettono queste canzoni, è incredibile come il piede sull’acceleratore va per conto suo, è incredibile il culo che mi fa la polizia se mi ferma. No, non devo preoccuparmi, perché c’è un patto universale appena inventato da me, tra gli automobilisti e i poliziotti, secondo il quale ascoltando i Clash si può superare il limite di velocità di una decina di chilometri orari.
Insomma io mi ci vedrei bene al Comune a proporre iniziative e vedermele bocciate per mancanza di fondi: è una bella iniziativa ma non si può fare. Un po’ come è intelligente ma non si applica. E allora proporrei iniziative più economiche proprio come quella di vietare a professori e maestri l’espressione: è intelligente ma non si applica. Con tanto di miglioramento della qualità della vita.
Casello, un altro breve pezzo di strada questa volta con la musica di Leonard Cohen. (Leo, lo sai vero, che Dance me to the end of love me la devi cantare almeno due volte? ). Bagagli in camera. Scrivo questo post prima che me lo dimentico e mi metto sereno a letto. La dieta e la vita mi stanno facendo bene. Sono felice. E siccome non bisogna mai dare per scontato di essere felici, sono anche felice di essere felice.
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