mercoledì 3 ottobre 2007

In famiglia siamo pochi

( riporto su Diario Venosino questo post "politico" che ho proposto un po' di tempo fa sul mio blog eyeswideopen.splinder.com )

Questa volta ha vinto Tiziano. I Baustelle hanno effettivamente un debito nei confronti dei Virginiana Miller. Soffro quando devo ammettere di avere torto, però mentre ascoltavo un brano dei Virginiana Miller ho pensato che fosse un pezzo dei Baustelle che non conoscevo, quindi direi che trattasi di prova inconfutabile.
Continuo a pensare a chi ha ragione e a chi ha torto, a chi vince e a chi perde, e nel frattempo prendo il tagliando dal distributore del casello autostradale, ingrano la marcia e mi viene in mente che sin da quando ero ragazzino mi sarebbe piaciuto vincere le elezioni del paese (con la p minuscola) e fare l’assessore alla cultura. In effetti, se mi candidassi vincerei sicuramente perché non c’è nessun motivo per cui le persone non dovrebbero votarmi. Tanto per cominciare in famiglia siamo pochi e quei pochi lavoriamo tutti, quindi non avrei nessuno da sistemare. Poi in paese non mi conosce nessuno e quindi nessuno mi chiederebbe favori. E anch’io non conosco nessuno e quindi non avrei nessuno a cui fare favori. Inoltre eviterei che attorno mi si formasse un branco di seguaci-lecchini, primo perché non mi piacerebbe fare il capo-branco, secondo perché capo-branco e branco saremmo costretti ad esibirci in piazza formando i consueti capannelli e la cosa a me risulterebbe alquanto anti-estetica. Insomma, perché non dovrei essere votato visto che con un bel team, farei respirare aria di arte e di cultura anche nei cessi pubblici?
Troppo forte il brano dei Tre allegri ragazzi morti, ma lo devo interrompere perché ho bisogno di una sosta. I miei amici mi hanno detto che la devo smettere di comprare Cd musicali negli Autogrill, ma che ci posso fare, non è colpa mia se gli uomini del marketing prendono me come prototipo del consumatore deficiente. Scccc. L’ho beccata. E’ la terza ragazza oggi che mi guarda, secondo me, con un certo interesse (al posto di certo metterei minimo). La prima alla fermata dell’autobus, la seconda in libreria. Ed ora la terza. In realtà la tipa della libreria ha ricambiato un mio sguardo furtivo. Ma io lo so che in libreria sono forte. Il pallore del viso e lo sguardo acuto rivelano subito la mia natura intellettuale. Se fossimo stati in un film italiano, dopo uno scambio di sguardi furtivi, ci sarebbe stato uno stacco e quindi a letto insieme. Siccome a me i film italiani non piacciono, lo stacco c’è, ma mi ritrovo solo in macchina con un altro CD però. Non l’ho comprato in Autogrill, maligni, si tratta forse dell’album più bello di sempre: Velvet Underground & Nico. Mentre lo ascolto mi riviene in mente la storia dell’assessorato alla cultura. Quando vogliamo organizzare qualche iniziativa culturale, io e i miei amici ci poniamo sempre il problema che dovremmo chiedere i soldi al comune. Se fossi invece già al comune in qualità di assessore, i soldi a chi li chiederei? Certo non ai cittadini perché mi sembra paradossale, per non dire surreale, che quando sono cittadino li chiedo al comune e quando sono al comune li chiedo ai cittadini. Potrei chiederli al Ministero, e il Ministero a chi li chiede? All’Unione Europea? E l’Unione Europea agli Stati Uniti? Secondo me Berlusconi odia Bush perché pensa tra sé e sé, "questo vale diecimila volte meno di me e fa il presidente degli Stati Uniti. Io che valgo diecimila volte più di lui non posso fare nemmeno il Presidente in Italia per colpa di coglioni come questo che sta scrivendo in questo ridicolo blog".
Dopo i Velvet Underground a tenermi compagnia è il fantastico London Calling dei Clash. E’ incredibile l’energia che ti trasmettono queste canzoni, è incredibile come il piede sull’acceleratore va per conto suo, è incredibile il culo che mi fa la polizia se mi ferma. No, non devo preoccuparmi, perché c’è un patto universale appena inventato da me, tra gli automobilisti e i poliziotti, secondo il quale ascoltando i Clash si può superare il limite di velocità di una decina di chilometri orari.
Insomma io mi ci vedrei bene al Comune a proporre iniziative e vedermele bocciate per mancanza di fondi: è una bella iniziativa ma non si può fare. Un po’ come è intelligente ma non si applica. E allora proporrei iniziative più economiche proprio come quella di vietare a professori e maestri l’espressione: è intelligente ma non si applica. Con tanto di miglioramento della qualità della vita.
Casello, un altro breve pezzo di strada questa volta con la musica di Leonard Cohen. (Leo, lo sai vero, che Dance me to the end of love me la devi cantare almeno due volte? ). Bagagli in camera. Scrivo questo post prima che me lo dimentico e mi metto sereno a letto. La dieta e la vita mi stanno facendo bene. Sono felice. E siccome non bisogna mai dare per scontato di essere felici, sono anche felice di essere felice.

1 commento:

Anonimo ha detto...

good start