sabato 15 settembre 2007

LA TELEVISIZZAZIONE DELLE PIAZZE: ATTO CONCLUSIVO

Con gli interventi precedenti ho voluto spiegare perché secondo me la TV non si rivolge alle coscienze dei tele-spettatori in modo costruttivo (cioè prevedendone un’interazione proiettata alla crescita). In realtà la televisione si rivolge sì alle coscienze ma solo per modificarle o per assecondarle senza che le coscienze “se ne accorgano”, cioè senza alcuna mediazione da parte della coscienza del tele-spettatore. In che modo la televisione potrebbe creare un rapporto di interazione proiettato alla crescita, all’arricchimento, allo sviluppo delle coscienze dei tele-spettatori (ammesso cha sia possibile) ne vorrei parlare in seguito o altrove. Adesso vorrei invece ritornare sul discorso della televisizzazione delle piazze.
Se trasformassimo le nostre piazze in format televisivi le nostre coscienze verrebbero ulteriormente annacquate. Riprendiamo il caso di Corona nella nostra Venosa.
Io sono piuttosto convinto che molte persone che hanno firmato per non volere Corona sul palco, seguono invece le vicende Corona in programmi televisivi sconcertanti quali quello di Cucuzza o Studio Aperto (che ovviamente non è un TG, ma lo do come dato scontato anche perché sarebbe banale disquisire su questo). Quindi più o meno consapevolmente queste persone accettano che Corona possa essere un personaggio televisivo. Cioè accettano che lui possa salire sul “palco della televisione”. Quindi perché non volerlo sul palco della nostra piazza? Perché, risponderebbero , Corona non sa far niente in termini artistici, è indagato (motivo che noi del Tarlo non condividevamo. Noi del Tarlo contestavamo il fatto che lui avrebbe, così come ha fatto, spettacolarizzato le sue vicende giudiziarie e attaccato la magistratura) e rappresenta un cattivo esempio morale. Molte di queste persone (è una mia supposizione) mentre vedono la televisione pensano le stesse cose ma continuano a guardarla perché c’è una parte della loro coscienza (che non è l’inconscio ma si tratta proprio di coscienza) che è interessata a quelle vicende.
Nel firmare la petizione in queste persone è prevalsa la parte della coscienza che vede male certi personaggi , su quella che invece è interessata a queste vicende. Il mio timore è che nel riproporre queste iniziative la parte della coscienza delle persone interessata a queste vicende potrebbe prevalere sull’altra. Ed è questo che io definisco un imbarbarimento culturale da combattere. Inoltre, il rapporto tra piazza televisivizzata e spettatori diventerebbe come quello che c’è tra TV e tele-spettatori, cioè un rapporto orientato solo alla modifica o all’assecondamento delle coscienze e mai allo sviluppo, alla crescita, all’arricchimento delle stesse. Pensate a comizi elettorali o a campagne elettorali sempre più televisivizzati. Corona sul palco ci ha dato un assaggio di un comizio elettorale televisivizzato (pensate che è riuscito a strappare applausi sul tema ospedale quando doveva essere evidente a tutti che al massimo gliene aveva parlato Duino cinque minuti prima che lui salisse sul palco e che lui quindi non poteva conoscere le problematiche dell’ospedale. Di conseguenza la gente si sarebbe dovuta sentire offesa per il fatto che Corona usasse in modo spudoratamente demagogico un tema invece a noi molto caro). E pensate anche al fatto che la gente vorrebbe poi sempre più personaggi televisivi e format televisivi e sempre meno esibizioni di contenuto diversi.
No, no, questa battaglia non può terminare. Ragazzi teniamo alta la guardia.

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