Riprendo il discorso avviato nei giorni scorsi.
Una coscienza critica si sviluppa solo con la riflessione, con i dubbi, con le incomprensioni (nel senso cognitivo del termine). Paradossalmente uno studente che capisce tutto subito non sta sviluppando una propria coscienza critica.
La televisione ha evidentemente la possibilità di cambiare le coscienze delle persone ma senza passare per le fasi della riflessione, del dubbio, dell'incomprensione. In TV tutto è chiaro. Metafora assoluta è Porta a porta con i suoi ospiti. I titoli del programma sono chiari (ENORMI). Lo schermo su cui danno i filmati o su cui si vedono gli ospiti in collegamento, è chiaro (GIGANTESCO). Le luci sono chiare (A PALLA). Le poltrone sono chiare. L'ingresso in scena degli ospiti è chiaro (si suona un campanello, si apre una porta e si entra). Il clamore con cui comincia il programma è chiaro (LA MUSICA DI VIA COL VENTO). Se si parla del Caso cogne tutto deve essere chiaro: stessi ospiti, stessi argomenti, stessi ritmi.
L'unica cosa che non mi è chiara è il titolo. E' forse una minaccia: verremo a rompervi le scatole casa per casa?
Cosa hanno assimilato le nostre coscienze dopo anni di programmazione di Porta a Porta sul Caso Cogne? Cosa abbiamo imparato? In che modo le nostre idee sulla società si sono arricchite? Niente di niente. Il Caso Cogne è diventato puro spettacolo 5 minuti dopo l'accaduto.
Ripeto, anche programmi come Report non sviluppano una coscienza critica, ma la danno come pre-condizione con cui si guarda l'inchiesta proposta. Lo stesso fanno i politici in TV. Non sono interessati allo sviluppo di una coscienza critica ma solo al modo in cui "montare" i propri discorsi sulla base della coscienza critica così come già presente nella società (in realtà non so quanto siano critiche le nostre attuali coscienze). Non la sviluppa nemmeno Beppe Grillo. Dieci-quindici anni fa sì, perchè Grillo proponeva nelle sue denunce un modo critico con cui porsi nei confronti della realtà, ma oggi no (ed è per questo che i libri di Grillo si trovano bonariamente negli Autogrill). E di certo non la sviluppano programmi "cuturali" come quelli di Piero Angela.
Tutto ciò lo definirei ANNACQUAMENTO DI MASSA.
Sviluppare una coscienza critica significa dare strumenti al tele-spettatore per arricchire il proprio modo con cui guarda alla realtà (attenzione, guardare alla realtà, che non è un semplice guardare la realtà) e quindi anche alla televisione stessa.
Continuo nei prossimi giorni.
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