Un mese fa la TESI era questa: Corona torna da trionfatore in Basilicata, la Basilicata si lega alla sua disavventura giudiziaria, Venosa lo accoglie con gioia, Corona riempirà la piazza e quindi Venosa ne beneficerà in termini di turismo, Corona parlerà delle sue vicende giudiziarie e ci farà delle rivelazioni.
La nostra ANTITESI è stata questa: attaccare il modo trionfalistico in cui si stava pubblicizzando la notizia, evidenziare che non era vero che la Basilicata si legava alla disavventura giudiziaria di Corona, dimostrare che Venosa era contraria all’evento, contestare l’idea che qualunque iniziativa sia buona pur di riempire la piazza, impedire che Corona parlasse in modo spettacolarizzato delle sue vicende giudiziarie, infine opporre al mondo della superficialità rappresentato da Corona quello della “cultura”, cioè della riflessione, dell’approfondimento, simbolicamente rappresentato dal libro.
In un mese la situazione si è modificata. La nostra ANTITESI ci ha permesso di raggiungere diversi obiettivi. L’esibizione durerà solo pochi minuti, Corona non parlerà delle sue vicende giudiziarie, Venosa è conosciuto come il paese che si è opposto alla sua esibizione.
Però la SINTESI è in agguato: lo spettacolo. In realtà un momento di sintesi è sempre stato presente: la pubblicità. Contestando non si fa ugualmente pubblicità? La pubblicità è il passo successivo della visibilità. La visibilità è il passo successivo della notizia. Ecco, a noi interessava dare come notizia che Venosa non voleva questa esibizione e volevamo far capire i motivi della contestazione. Se dalla notizia si passa alla visibilità e quindi alla pubblicità, è solo colpa dei media. Ed una volta che si arriva a ragionare in termini di pubblicità pensiamo che tutto sommato sia molto meglio che Venosa sia pubblicizzata come paese che contesta l’esibizione di Corona e non come paese che lo accoglie sul palco. Ma è ovvio che noi vorremmo che Venosa venisse promossa per quella meravigliosa città che è e per le sue radici storico-culturali.
Ma torniamo all’elemento di SINTESI che si è venuto a delineare in questi ultimi giorni. Siccome riteniamo che l’evento si sia ridimensionato, la contestazione lì in piazza quella sera, ha ancora senso? Avevo i miei dubbi a riguardo. Quando è stato annunciato che Corona avrebbe letto le Odi di Orazio ho capito che la TESI voleva inglobarci nella SINTESI rappresentata dallo spettacolo. Essere in piazza significherebbe diventare elementi dello spettacolo.
Noi non ci saremo.
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